Progetto realizzato con la collaborazione dell’Università degli Studi di Roma Tre, Supplici 2.0 è un percorso. Un atto ancora in divenire. Come la realtà che stiamo attraversando. Un guado: è ancora possibile coltivare l’illusione di non prendere posizioni concrete? E a che prezzo?

Nessuno può stare fermo. Tutti si muovono. Tutti cercano di migliorare la propria posizione. O almeno di conservare quella che hanno: le azioni che si producono sono parola, rumore, fuga, ripetizione, assurdità, canto. La musica è il rumore dei passi di chi fugge, il pensiero e le parole di chi si sente minacciato, l’incubo di chi cerca salvezza e la speranza di chi crede di averla trovata. La corrispondenza che questa materia mitologica e drammaturgica trova nelle cronache quotidiane non potrebbe essere più evidente.

Tutte le storie mitiche - e i drammi di Shakespeare sono ormai entrati a pieno titolo in questa categoria - hanno acquisito la loro forza in virtù dell'infinita ripetizione della loro narrazione, in tempi e luoghi e contesti diversissimi fra loro.

La ripetizione però è un meccanismo ambiguo: nel ripetere inevitabilmente, spesso involontariamente, si introducono dei cambiamenti, piccoli dettagli che accumulandosi possono rendere la storia ben diversa da quella iniziale, sempre che un'unica storia iniziale esista davvero. Cosa può succedere, quindi, mettendo in scena Macbeth per l'ennesima volta nella storia?

E' questo il dubbio con cui ci siamo confrontati nell'affrontare questo testo affascinante con il Laboratorio avanzato, un dubbio non preconcetto, ma emerso spontaneamente durante il lavoro nonostante la volontà di essere assolutamente fedeli all'opera originale. Alla fine la storia è rimasta la stessa oppure no? Quanto è uguale e quanto è diverso questo Macbeth dal solito Macbeth che conosciamo? E la corte scozzese? E, soprattutto, le streghe?

Immagini dello spettacolo

Lo spettacolo Vajont, nato nel 2015 su un testo originale scritto da Giovanna Caico, da un'idea di Guido Beretta, con la regia di Francesca Satta Flores, interpreti professionisti (Stefania Bogo, Manuela Montanaro) e la collaborazione delle allieve dei laboratori teatrali, nasce per commemorare l'anniversario del disastro del Vajont.

Lo spettacolo, che è stato patrocinato dalla Fondazione Vajont e unisce recitazione e canto, rievoca il mondo di quegli anni e coinvolge lo spettatore, con semplicità ed immediatezza, nell'atmosfera che circondò all'improvviso chi si trovò ad essere testimone dell'inaudita tragedia; ma vuole anche aiutare noi che viviamo oggi a tenere aperto lo sguardo per reagire alle minacce sempre presenti e costruire un futuro migliore.

Immagini dello spettacolo

Presentato in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne del 2014, arriva a teatro lo spettacolo TIMEOUT - coprodotto dall'Ile Flottante - in concomitanza con l'uscita del libro-CD "È sempre colpa tua ", per un progetto editoriale di Terre Sommerse.

Attori e musicisti insieme sul palco per raccontare e denunciare tutti gli aspetti della violenza sulle donne e per dare voce alla concreta speranza di un cambiamento, non solo possibile, ma soprattutto necessario

È il progetto del cantautore Maurizio Carlini, ideato con la psicoterapeuta Gabriella Tambone.
Il materiale è completamente inedito, dal testo teatrale scritto e diretto da Francesca Satta Flores e interpretato dagli attori Stefania Bogo e Marco Quaglia, alle nove canzoni eseguite in scena da Erika Provinzano, Luigi Montagna e dall'autore stesso.

Uno spettacolo" spiegano gli ideatori del progetto "che intende affrontare la gravità dell'argomento con la leggerezza e la delicatezza della parola cantata e recitata".

Una originale ed emozionante messa in scena del capolavoro di Federico Garcia Lorca, per la regia di Francesca Satta Flores, frutto del lavoro di allieve di diversi laboratori dell'Ile Flottante nell'anno 2014.

Interpreti: Martina Castelli, Patrizia Farneti, Angela La Mattina, Silvia Menci, Valeria Pansini, Vanda Parchetti, Gabriella Pirolo, Denise Roma, Marlisa Romagnoli, Rita Rossi La Corte, Loredana Tuzi e con Luciana Antonini, Grazia D'Alessandro, Sara Marafini, Cinzia Rosci, Daniela Trani.

Una versione del capolavoro di Ibsen, andata in scena per la prima volta nel 2013, che sottolinea la modernità e l'urgenza di questo dramma al cui centro è il rapporto sempre conflittuale tra l'individuo e la società. Il lavoro di adattamento che ha attualizzato il linguaggio e la regia che mira a evidenziare la suspence dell'intreccio e le tensioni tra i personaggi ne fanno uno spettacolo di fruizione immediata, lontano da ogni immagine stereotipata di un teatro "classico" paludato e distante dalla nostra realtà.

Regia e adattamento: Francesca Satta Flores
Scene e costumi: Emanuela Bonella
Aiuto regia: Eleonora Petrarca
Assistente alla regia: Marlisa Romagnoli
Interpreti: Stefania Bogo, Valentina Iannone,  Alessandra Lazzini, Luca Restagno, Angelo Rinna, Camillo Ventola