L'Associazione Ile Flottante, in collaborazione con l'Università Roma Tre, presenta "Supplici 2.0", un progetto che attraverso un percorso laboratoriale porterà alla realizzazione di uno spettacolo che andrà in scena al Teatro Palladium il 26 e il 27 aprile.
Il laboratorio, rivolto a ragazze e ragazzi under30 sarà condotto da Francesca Satta Flores e l'ammissione a laboratorio avverrà previo colloquio motivazionale. Gli incontri avranno luogo nell'Aula Columbus (Via delle Sette Chiese 101) una volta alla settimana, con inizio il 4 dicembre 2018. La partecipazione prevede il versamento di una quota individuale che contribuirà a coprire i costi di allestimento.
I posti a disposizione sono limitati, pertanto tutti coloro che sono interessati sono invitati a contattarci al più presto alla nostra email o su Facebook.
Scheda del progetto
Le Supplici" di Eschilo è riconosciuta dalla critica più recente come una tragedia innovativa e sperimentale.
La trama è semplicissima: un folto gruppo di esuli giunge dalle lontane terre d’Africa sulle coste greche dopo aver attraversato il mare. Sono donne, ragazze, che per fuggire ad una violenza intollerabile sono pronte ad affidare la loro vita alla compassione degli abitanti della regione. Le loro speranze di essere accolte e protette si fondano su un elemento preciso: la parentela, remota ma certa, con gli argivi.
Il dilemma che si presenta al re di Argo è dunque esemplare: mettere a rischio la prosperità e la sicurezza della propria gente in nome di una presunta prossimità con una folla composta, di fatto, da persone sconosciute?
L’eco che questa materia drammatica e mitologica trova nella cronaca quotidiana di questo momento storico è evidente: le Supplici della tragedia nel nostro mondo rivendicherebbero il diritto all’asilo garantito dal diritto internazionale, come fanno molti di coloro che sbarcano sulle coste del Mediterraneo.
Il progetto Supplici 2018 vuole mettere in risalto, con i mezzi scenici del teatro, questo parallelismo: infatti se, ne Le Supplici Eschilo svuota il Coro della sua funzione originaria, investendolo del ruolo di protagonista, in questa rivisitazione trova spazio un nuovo Coro, il Coro dei Luoghi Comuni, che assolve al compito originale del Coro classico, quello di riaffermare i valori tradizionali riconosciuti dalla comunità dei cittadini-spettatori di cui il Coro è rappresentante.
La giustapposizione di questi due elementi - la materia antica e la sua controparte moderna – mette in risalto la responsabilità che la storia pone di fronte ai paesi del cosiddetto primo mondo, senza tuttavia fornire facili soluzioni. Piuttosto ne sono dichiarati chiaramente i termini: riconoscere o meno che le radici del nostro benessere sono strettamente intrecciate con quelle del disagio altrui? Il diniego dei diritti umani è compatibile con i principi etici su cui dice di fondarsi la nostra società? E dunque accettare questa parentela o rifiutarla?
Spetterà poi agli spettatori rispondere a queste domande sul rispetto concreto dei diritti umani che lo spettacolo pone loro perché il dubbio può essere molto più efficace delle petizioni di principio che spesso rischiano di rimanere fini a se stesse.
Data la tematica, per i ragazzi e le ragazze che vi parteciperanno il percorso laboratoriale sarà anche l’occasione per prendere coscienza, da un punto di vista emozionale, dell’importanza fondamentale per la convivenza umana dell’incontro con l’Altro.